di Paola Bordoni
Opera dell’artista Beeple acquistata per 69.346,250 milioni di dollari
Il 1° maggio 2007 il graphic design statunitense Mike Winkerlmann, noto come Beeple o Beeple Crap, ha pubblicato on line un’immagine e ha continuato giorno dopo giorno, pixel dopo pixel, per oltre 13 anni a lavorare a questo nuovo progetto d’arte digitale fino a comporre un monumentale mosaico virtuale di 5000 immagini, racchiuso in un unico file jpeg, un quadrato di 21.069 x 21.069 pixels, che recentemente è stato venduto on line dalla casa d’aste Christie’s per 69,3 milioni di dollari. La notizia è già di per sé eccezionale per il prezzo raggiunto e per aver battuto la quotazione di dipinti fisici di grandi artisti come Turner, Goya, Monet. Per fare un confronto, nel 2017 il “Salvator Mundi”, attribuito a Leonardo da Vinci, fu battuto all’asta e venduto alla cifra record 450,3 milioni di dollari .
Oltre al prezzo esorbitante pagato per una realtà virtuale, l’altra particolarità della notizia è che l’opera ha come garanzia di autenticità l’NFT, acronimo di Non Fungible Token,la cui traduzione letterale e significativa è “gettone non fungibile”, poiché non può essere scambiato o sostituito con qualcosa di valore simile. Il file jpeg e il suo possesso sono garantiti dalla tecnologia blockchain, sistema informatico che consente di gestire e certificare in modo univoco e sicuro un registro digitale di dati e informazioni virtuali, che per Everydays sono la firma dell’autore e la proprietà dell’opera stessa. L’informazione è quindi registrata e associata ad un solo specifico utente del sistema. Chiunque può vederla, ma nessuno può modificarne il contenuto.
Naturalmente, come ormai succede per diversi prodotti come l’automobile elettrica Tesla del visionario Elon Mask, il prezzo d’asta dell’opera di Beeple poteva essere pagato anche in criptovaluta.

Siamo disorientati? sì, forse sì e molto. Ma se questo fosse il mondo futuro dell’immagine? se fossimo davanti a una nuova epoca sperimentale del mercato visivo, che riguarderà soprattutto il mondo della grafica? ma come e quanto la fotografia ne sarà interessata?
Un’immagine digitale qualsiasi, ad esempio la foto del mio cane, può essere associata a un token attraverso piattaforme specifiche e innovative (Ethereum, Phantasma, SuperRare, OpenSea). Alcune di queste consentono la registrazione in forma gratuita. Il possesso del codice criptato NFT corrisponderà alla firma e alla proprietà virtuale dell’immagine stessa.
Le possibilità sembrano molto vaste se Bryan Minear, fotografo paesaggista della Fujifilm in un’intervista rilasciata alla rivista Pentapixel afferma : “sul mercato degli NFT ho venduto in tre ore il doppio di quello che avevo incassato vendendo edizioni a tiratura limitata delle mie stampe negli ultimi 4 anni. Avevo provato di tutto, stampe firmate a tiratura limitata, downloads illimitati, ma niente aveva veramente catturato l’attenzione del pubblico.”

La grande differenza tra la vendita di una fotografia NFT ed una immagine cartacea è ancora data dal fascino incredibile della tangibilità, fascino che tuttora a volte fa preferire il libro stampato all’ebook, ma lacrypto art potrebbe avere effetti inaspettati nel mondo dell’immagine, come ad esempio sulla grandi società di negoziazione delle fotografie (Getty Images, Shutterstock, 500px). Contatti e transazioni di vendita potrebbero avvenire direttamente tra acquirente e fotografo, spazzando via l’intermediazione. Con l’enorme saturazione del mercato delle immagini nell’ultimo decennio, sono innegabili le nuove molteplici possibilità offerte ai fotografi da database blockchain, soprattutto in periodo pandemico quando l’ambiente fisico si è ulteriormente ristretto. Difficile metabolizzare un’idea di fotografia immateriale e il cui possesso sia racchiuso solo in un sistema informatico, tuttavia il mondo NFT è un settore in netta espansione.
Il mercato delle fotografie NFT vendute on line è ancora limitato, ma la giovane fotografa Kate Woodman ha recentemente venduto una sua immagine digitale “Always Coca Cola” per 11.888 Ethers, moneta virtuale, pari a circa 21.000 dollari. “Big Mouth” del fotografo Aaron Ricketts, artista che spesso lavora sui limiti della percezione visiva, è stata venduta per 2.800 Ethers.

E’ una bolla speculativa? un mercato destinato ad un circuito ristretto di appassionati?o come afferma Beeple il prossimo capitolo di storia dell’arte, quello della digital art?
Quali potrebbero essere i limiti di questo nuovo concetto di proprietà privata di un’immagine, legata solo ad un’informazione virtuale e certificata?
Un pericolo sicuramente può venire dal mondo degli hacker che potrebbero violare e danneggiare i sistemi ed una legislazione ancora in divenire.
Può sembrare sorprendente, ma l’ostacolo maggiore allo sviluppo dell’arte digitale NFT potrebbe essere rappresentato dal crescere della coscienza etica ed ecologica sull’impatto climatico e ambientale. I sistemi informatici blockchain infatti per gestire una mole di dati derivanti dalla messa on line, certificazione e transazioni si servono di operazioni algoritmiche molto complesse, che richiedono una grande quantità di energia, oggi ancora per la maggior parte di origine fossile.
Ma la domanda che tutti ci poniamo è: chi ha comprato l’opera di Beeple per una cifra così esorbitante? “L’entrepreneur, coder, and angel investor in blockchain tecnology”, come si autodefinisce definisce Metakovan, pseudomino del crypto tycoon che ha fondato Metapurse, il più grande fondo NFT al mondo, da lui stesso indicato come catalizzatore del cambiamento futuro.
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