La mostra “MAAM: il museo abitato” – di Angela Maria Russo

Mondi paralleli di Angela Maria Russo

Presso  la Biblioteca Comunale G. Marconi una nuova mostra del gruppo romano PHOTOUP, questa volta dedicata al MAAM il Museo Abitato.

Una mostra molto interessante, non ero mai riuscita a visitare il MAAM e quindi per me è stata l’occasione per poter conoscere questo luogo attraverso gli scatti dei bravissimi fotografi. Per aprire la mostra è stata scelta una foto che raffigura un esercito, dipinto dall’artista Stefania Fabrizi, che sembra stia lì a controllare e difendere il luogo da influenze negative, pregiudizi e “benpensanti” stereotipati e giudicanti.

Antonella Simonelli
Antonella Simonelli

Dalle foto in esposizione emerge la realtà di questo luogo che, da desolato sito dell’abbandono, è diventato luogo di incontro e di condivisione di esperienze.

Maurizio De Angelis
Maurizio De Angelis

L’edificio è abitato da numerose famiglie che vivono come possono in questa struttura resa magica dai mille artisti che da qui sono passati, si sono fermati e sono ripartiti lasciando agli abitanti il loro messaggio.

Troviamo animali, persone e personaggi che si muovono in una specie di danza. Bambini che attraversano tranquilli, in bicicletta, le stanze piene di graffiti. Raggi di sole che catturano momenti sereni e creano così atmosfere meditative e sognanti. Costellazioni dipinte su cieli blu che raccontano il mondo e il suo divenire facendo sperare in un futuro più rassicurante e gioioso.

Occhi magnetici di gatti, spiritelli indomiti come solo i gatti sanno essere, che sembrano controllare e difendere sia i volti dipinti che quelli reali dei bambini e degli adulti che insieme a loro vivono.

Giochi di bimbi insieme a scarpe per tutti i giorni e a scarpe rosse che denunciano violenze e sottomissioni.

Michela Poggipollini
Michela Poggipollini

Stanze e cortili, che ricordano le scatole cinesi, con una sorpresa in ognuna di esse. Colori e forme dappertutto, segni appena accennati, altri invece decisi. Colori accesi e sfolgoranti che ricordano il fuoco, la sua luce e il suo calore. Bianco e nero, che rendono il segno freddo e determinato. Panni stesi colorati che diventano, a loro volta, opere d’arte nel momento che vengono catturati e resi eterni dall’obiettivo.

Aldo Carumani
Aldo Carumani

Stanze decorate con favole per bambini che, come tutti i bambini del mondo, cercano storie. Una “Pietà” abbandonata che fa pensare alle tragedie del mondo. Una porta che per sottolineare il suo ruolo lo ricorda con la scritta “casa” dando così dignità ai suoi abitanti dei quali ritroviamo la vita che scorre nei panni stesi appena fuori di quella porta.

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Alessandra Catenacci

E una bacinella azzurra come il mare piena di panni da lavare e di ricordi.

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Maria Rosaria Marino

Per finire sopra ad un tavolo occupato da giochi di bimbi, dietro la finestra le nuvole bianche e morbide, che sembrano uscite da un quadro di Magritte, abbelliscono la foto, creando un sogno e una speranza. Nel vetro un piccolo foro e forse da lì si potrebbe tenere il filo di un coloratissimo aquilone che volerebbe libero. Così come sognano di volare liberi i personaggi, abitanti fissi oppure di passaggio, di questa complicata struttura, piena di mondi paralleli che per una sorta di alchimia si sono incontrati, dimostrando così che un’altra via è possibile.

 

La mostra “La famiglia in Italia” – di Angela Maria Russo

Ho visitato, presso la Biblioteca comunale Marconi, la mostra fotografica del gruppo romano PHOTOUP, dedicata alla famiglia.

Una mostra interessante, piena di sentimenti e di una notevole dose di nostalgia.

La vita che passa nell’intimità di una casa, avvenimenti gioiosi e tristi, ricordi condivisi e, forse, rimpianti.

La caratteristica che più mi ha colpito di questa mostra è che molti dei fotografi hanno fotografato “fotografie”, sembra un gioco di parole ma è proprio successo questo.

Parto dalla foto con l’albero genealogico che è stata sapientemente costruita con vecchie e nuove foto della famiglia, unite nella loro genealogia, da un filo rosso che mette in evidenza i legami generazionali.

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Maria Rosaria Marino

Poetica e piena di atmosfera e ricordi la sequenza di foto dove, come in un libro di Proust, troviamo la cara zia nel fondo della tazza, avvolta dal profumo del te, e il babbo che spunta tra le carte di una partita a briscola, e la mamma ritrovata nella farina mentre si impasta e così via. Un’idea geniale in cui troviamo tutto l’affetto, lo struggimento, la dolcezza di una famiglia unita nei gesti quotidiani e banali della vita.

Fabio Faltelli
Fabio Faltelli

In un’altra serie, invece, viene rappresentato l’oggi con una famiglia stretta su un divano i cui membri, pur essendo così vicini, non comunicano tra loro, ognuno perso tra computer, libro e televisione, immersi in altri mondi e dimentichi dei propri congiunti.

Anna Ranucci
Anna Ranucci

Tra le foto della mostra troviamo il dolore causato dalla malattia che, però, non divide ma unisce ancora di più.

Aldo Carumani
Aldo Carumani
Maurizio De Angelis
Maurizio De Angelis

Poi ancora, matrimoni tardivi, ricorrenze, feste, adozioni, figli lontani ma sereni e felici che sorridono da foto amorevolmente incorniciate, gruppi in vacanza, nonni e nipoti, bimbi già cresciuti, appena nati o in procinto di…

M.Elena Ania
Maria Elena Ania

Essendo una mostra italiana, non poteva mancare il rito della pasta fatta in casa. Troviamo foto di donne di generazioni diverse che insegnano e imparano, divertendosi insieme, a preparare le fettuccine per il pranzo della domenica. Assenti, nelle foto, gli uomini, che sicuramente spunteranno quando sarà pronto in tavola.

Solmaz Nourinaemi
Solmaz Nourinaeini
Stefano Marcovaldi
Stefano Marcovaldi

Per finire due foto che escono un po’ dal coro: una roulotte in un campo con due uomini, forse padre e figlio e un immigrato che mostra la foto della sua famiglia lontana e chiede aiuto affinché possano riunirsi al più presto. Due famiglie quindi “diverse” che aspirano come tutte alla pace, alla serenità e a poter condividere la vita con i loro cari.

Angela Maria Russo