Il criterio seguito per la scelta di queste foto è che ognuna di loro potrebbe essere letta come l’incipit di un racconto.
La prima foto, un alligatore a cui è stato cavato un improbabile molare, un dentista affranto, una losca figura che si affaccia da una finestra, andrebbe bene per l’illustrazione di un giallo di Carlotto.

La foto con la scritta, ormai vecchia di alcuni anni, “Emilio resisti”, perché?: non so chi sia Emilio, ma la stessa scritta, in caratteri rigidamente geometrici, sembra suggerire una condizione di costrizione come anche la recinzione che la racchiude confermerebbe.

Alcune foto come quella con la scritta “Romanamente stupendi” mi ha colpito per la calligrafia: chi in un muro scalcinato di un quartiere popolare sopra dei sacchetti di calcinacci, può scrivere con tale abilità?

Un po’ la stessa cosa per la foto “Officina – Tango”, anche se qui i caratteri sono a stampa. Come in un film di Moretti (Aprile) dove vi è un pasticcere che balla in un musical, si può pensare ad un meccanico che ama i balli argentini.

Il dramma dei femminicidi è illustrato dalla foto della sequenza delle figure femminili stilizzate ma ciascuna con un nome proprio. Ognuna è una storia di violenza che andrebbe narrata per non dimenticare.

La foto con la scritta “Viva i romantici”: nostalgia di una cultura che non muore mai ma anche coraggio di esprimere un modo di vivere dove il sentimento ha ancora spazio.

Una conferma che il romanticismo è ancora attuale viene dalle foto con dichiarazioni d’amore ricche di fantasia e di passione. Chi saranno questi innamorati senza paura?


Nonostante le tante scritte politiche ho messo quella che esprime il disincanto più amaro a fianco di quella di chi, in un quartiere come S. Lorenzo, non si arrende.


Perché scrivere su un muro “Ciao Antò”, è un saluto, un addio, o è un modo di dare un benvenuto e comunque è un rendere pubblico una situazione privata.

Completamente diversa la foto con una specie di piccolo angelo nero e un quadratino di muro azzurro: inferno e paradiso in piccole dosi?

Quello che ho voluto realizzare è un modo particolare di leggere questa città, o meglio alcuni dei suoi quartieri, ove si conserva ancora uno spirito di collettività che utilizza i muri per manifestarsi. Il tessuto di una cultura che ha origini antiche ma attuale ed efficace.
Lucio Baldelli
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