Fotoit maggio: Fotografia e Industria di Paola Bordoni (seconda parte)

di Paola Bordoni

Foto di copertina: Guido Guidi – La Fabbrica

Nata nell’Ottocento come autocelebrazione ed autopromozione la fotografia industriale mostra inizialmente codici visivi statici, dalle prospettive centrali, con gli operai in posa corale o allineati davanti alle linee produttive, quasi a rinviare ad una ottimistica e gerarchica visione familiare e padronale.

Nei primi decenni del Novecento, con l’ampliarsi e lo svilupparsi dell’industria soprattutto siderurgica, si fa strada una narrazione iconica che celebra la macchina, prodotto dell’ingegno umano, e l’uomo coprotagonista epico del progresso. La  dinamica bellezza delle strutture industriali viene esaltata attraverso riprese dal basso o in diagonale e l’operaio, eroe moderno, diviene simbolo del coraggio e della forza fisica.

1.1.L. Hine Meccanico addetto ad una pompa (1920)
L.Hine: meccanico addetto ad una pompa (1920)

E’ in questo periodo che le grandi industrie, con l’estendersi del mercato, percepiscono la necessità di celebrare la loro storia ed i successi ottenuti in riviste aziendali (house organ) affidando alle immagini un racconto che non è solo destinato ad una interazione comunicativa con l’esterno per creare consenso ma anche a rafforzare l’identità aziendale tra i lavoratori, favorendo il senso di appartenenza. Le riviste aziendali, spesso dirette da intellettuali come Ungaretti, si sono avvalse della collaborazione, per committenza o per successiva acquisizione di immagini, di fotografi celebri come Jakob Tuggener, Robert Doisneau, Ugo Mulas e Gabriele Basilico.

5.1.G.Basilico Loro Piana, Quarona 1991
G. Basilico: Loro Piana Quaderno 1991

La sintassi comunicativa della fotografia industriale cambia radicalmente dopo la seconda guerra mondiale, la successiva forte crescita economica e il nascere di profonde inquietudini sociali; la centralità ritorna al lavoratore, con riappropriazione della propria immagine, mentre le macchine industriali diventano funzionali all’uomo. Questa traccia continuerà poi negli ultimi anni del secolo scorso anche come testimonianza militante nell’ambito dell’impegno civile e documentazione delle nuove forme di alienazione dell’era industriale.

Biennale foto industria
Gianni Berengo Gardin: (da sinistra a destra) l’industriale Alberto Alessi, i designer Achille Castiglioni, Enzo Mari, Aldo Rossi, Alessandro Mendini, Milano 1989 
P. 43E
Uliano Lucas: L’Ilva di Taranto (1980)