Fotoit – maggio: Marpessa di Ferdinando Scianna

 

di  Paola  Bordoni

Nel 1982 Ferdinando Scianna, su indicazione di Henri Cartier Bresson, presentò la sua candidatura all’agenzia internazionale Magnum Photos divenendone, primo fotografo italiano, membro effettivo nel 1989; aveva già pubblicato “Le feste religiose in Sicilia”, libro che suscitò, per dirla con il coautore Leonardo Sciascia, “accese polemiche e scontrosi silenzi” e “Les Siciliens”, racconto per immagini strettamente legato alla cultura ed alla memoria identitaria della sua terra. Ritornato a Milano, dopo il periodo parigino, e lasciato l’impegno con il settimanale l’Europeo realizzò lunghi reportage sociali come “Kami” sui minatori nelle Ande boliviane e, in singolare contemporanea, la prima campagna pubblicitaria di moda per due giovani stilisti emergenti con protagonista la modella olandese Marpessa Hennick, già molto famosa.

…Mi hanno telefonato questi due tipi che io neanche sapevo chi fossero “ io sono Domenico Dolce, insieme ad un mio amico Gabbana, siamo due stilisti e abbiamo cominciato da poco: facciamo una moda ispirata alla Sicilia ed abbiamo visto delle foto che ci hanno detto che sono sue. Vorremmo proporle di fare un catalogo di moda perché vorremmo farle con un fotografo che non è un fotografo di moda.” Io avevo il sospetto che non fossero mie queste foto…ed in effetti ho saputo anni dopo, che non erano mie…Loro sono venuti a casa mia ed io gli ho mostrato i miei libri e gli ho detto io faccio questo, non ho mai fatto altro….Ad un certo punto Stefano Gabbana ha detto una frase che stava per cambiarmi la vita ”Guardi è proprio quello che volevamo: il nostro look con il suo feeling”.

Suscitò molto clamore e scandalo la decisione di Scianna impegnato nel sociale, tanto più appartenente alla famosissima Agenzia Magnum, di dedicarsi anche alla fotografia di moda che aveva sempre riflesso il volto mutevole dei valori culturali della società ma era ancora lontana dal rivelarsi anche coscienza etica dalle molteplici sfumature, veicolante idee e nuove suggestioni politiche e sociali.

...Ho fatto una cosa scandalosa, pare, che adesso non lo sarebbe più, ma che allora fu vista come scandalosa e provocò grandissime discussioni perché c’erano le mie foto classiche, più Magnum di così…impegno sociale, fotografia sociale, ma accanto a quelle ho portato le mie fotografie di moda…un cane in chiesa…c’era molta gente scandalizzata.

Con il suo “moda-reportage” Scianna destabilizzò la rappresentazione visiva e formale del mondo pubblicitario, diviso tra esigenze commerciali e creatività. Suo punto di riferimento fu l’approccio rivoluzionario alla fotografia di moda di Frank Horvat con l’accostamento delle modelle alla vita quotidiana della gente comune nei luoghi pubblici, distanziandosi dalla produzione di immagini di moda più convenzionale e patinata.

Contravvenendo all’insegnamento bressoniano “mai mettere in posa il mondo” Scianna dispose la modella negli stessi luoghi e nelle stesse semplici e dense atmosfere della sua Sicilia che già aveva fotografato. Il risultato fu un racconto suggestivo e cifrato dove il mondo abbacinato dal sole e dalle ombre della sua memoria si snoda tra realtà e finzione, con un linguaggio aspro che rivela donne vestite di nero, antichi mestieri, tradizioni di immutabile ed ontologica sicilianità.

…perché nella mia etica ed estetica di fotografo era legge il rifiuto della messa in scena, della finzione, di qualsiasi intervento nello svolgersi della vita davanti a me che non fosse il solo mutamento del punto di vista mediante una silenziosa, quasi invisibile danza nello spazio, interrotta a tratti dalla scelta fulminea dell’istante, dello scatto, ad immobilizzare un frammento di tempo, forse di vita, contestualmente uccisa e salvata nelle forme che la esprimono. Adesso, invece, ero lì, a dirigere, a chiedere a Marpessa di muoversi in un certo spazio, a cercare relazioni con le persone…Trasgredivo al mio tabù fondamentale, cioè che io intervenivo nel mondo…

Tra le immagini del servizio di moda, realizzato con un budget ristrettissimo, vi è quella di un piccolo gruppo di quattro donne che, chiacchierando, prendono l’ultimo sole, appoggiate ad un muro. Scianna chiese a Marpessa di inserirsi nel gruppo.

… Il suo imbarazzo le fece mettere i piedi nella posizione di una ragazzina rimproverata…..questa cosa è quello che Barthes chiama il punctum, quello che senza che la gente se ne renda conto rende questa fotografia ambigua, sul crinale tra la verità e la finzione, che poi è stata la caratteristica della migliore foto di moda che io ho fatto…

La realtà quindi davanti all’intrusione del fotografo si “riorganizzava” imprevedibilmente in un nuovo paradigma, in un nuovo scenario , diviso tra verità e finzione. L’alta, sottile modella dagli occhi verdi e  di origini olandesi e surinamesi appoggiata, insieme alle piccole donne scure, al muro caldo di sole siciliano conciliò in un’unica miscela l’istante reale e l’istante fotografato.

Bibliografia                                                                              

Contrasto – Fotografia italiana  Giart 2009- Ferdinando Scianna

“Marpessa, un racconto”- Ferdinando Scianna, Leonardo, Milano 1993

Repubblica – Fotocrazia – Michele Smargiassi – 22.02.2012

www.maledettifotografi.it Intervista a Ferdinando Scianna

Conversazione tra Ferdinando Scianna ed Angela Madesani 1998