Galleria

TRINY di ARIMASA FUKUKAWA

In primavera, a Venezia, incontrai una donna. Mi trasferii a Parigi dove viveva, come spinto dal destino. Presto però lei si ammalò, e alla fine dovette soccombere alla morte. Era estate quando accadde, quattro anni dopo il nostro primo incontro.

Ogni momento trascorso insieme, e tutto quello lei che mi ha dato, ora delinea una parte della mia vita. La sua scomparsa mi ha insegnato a fare tesoro di tutte le cose che vedo ogni giorno: ora so che il tempo che abbiamo a disposizione non è infinito.

Capita a volte di essere destinati a incontrare qualcuno sulla nostra strada. E quando avviene, è come se riportassimo alla luce una promessa fatta dalle nostre anime ancora prima di essere nati. Due di noi si uniscono nello stesso istante e nello stesso luogo per mantenere una promessa di cui non abbiamo coscienza. Insieme formato il nostro vero Io, grazie al nostro incontro e al tempo passato insieme. Chi sono Io? Da dove vengo e dove sto andando? Avevamo bisogno l’uno dell’altro per dare un senso a noi stessi.

Il lavoro fotografico Triny è esposto a Ferrara, nell’ambito del festival Riaperture, nel Palazzo Prosoperi Sacrati fino al 15/04/2018.

Arimasa lavora con foto semplici e delicate per trattare un tema che lo segna profondamente. Usa piccoli dettagli poetici del quotidiano, che contengono l’essenza stessa della vita, per parlare della sua negazione. Lo stile ricorda quello della fotografa, anche lei giapponese, Rinko Kawauchi. Il risultato commuove e colpisce nel profondo.

Arimasa Fukukawa è nato a Osaka, in Giappone. Vive a Parigi. Nel 2014 si è trasferito a Parigi per un viaggio di lavoro. Nel 2015, ha incontrato Claudine Doury e ha seguito i suoi numerosi workshop. Nel 2016, ha tenuto la mostra personale, “Le Cycle”, alla Higashikawa Cultural Gallery. Nello stesso anno, ha preso parte alla ISSP (International Summer School of Photography) e ISSP International Masterclass 2016-17 di Phillip Toledano. Attualmente frequenta l’ISSP International Masterclass 2018-19 di Clare Strand e Gordon MacDonald.