Testo di Paola Bordoni
Strano e alienante che per leggere un’ immagine l’unico processo possibile sia l’uso delle parole, quando
la sua comprensione coinvolge la sfera cognitiva, culturale ed emotiva del fruitore; eppure devo fare la
mia parte di commentatore, cercando di andare oltre il visibile immediato: Lady torna qui….gli occhi di
un cane …una strada nebbiosa….un padrone lontano e in un atteggiamento che lo fa percepire forse
minaccioso. Certamente mi affiderò alla ‘road map’ degli strumenti di lettura conosciuti e
riconosciuti che possono riuscire a individuare anche scelte impercettibili della fotografa, respingendo la
tentazione di rendere tutto comprensibile, ma anzi in piena consapevolezza di quanto soggettivo possa
essere il mio ‘leggere’, poiché ciascuno di noi possiede un proprio immaginario, una propria memoria e
un proprio vissuto. Lo scatto è connotato da una precisa e accurata suddivisione geometrica dello spazio
quasi perimetrato e chiuso, che sembra contrapporre la volontà dell’animale di non tornare indietro a
quella dell’uomo. opponendo al richiamo dell’uomo il desiderio di evasione e libertà. La cromia
desaturata dello sfondo, giocata nei toni della bruma, quasi lambisce il bianco/nero, inviando un
messaggio che decodifico come carico di tensione. Per le gerarchie della profondità di campo, il punto di
attrazione dell’immagine è negli occhi del giovane cane e nella striscia bianca della rasa pelliccia che si
prolunga in quella dell’asfalto, mettendo in stretta connessione animale e uomo. Forse è nella continuità
di questa riga che nella mia accoglienza dell’immagine si sviluppa una sovrapposizione tra contenuti
visibili e contesto personale di ricezione, tra esperienza sensoriale diretta e quella intellettiva, dovuta al
mio immaginario, alle mie conoscenze e alle mie certezze. L’inquietudine che la fotografia trasmette, pur
nella consapevolezza che il cane Lady è tra i pochi fortunati ad essere amato – il pelo lucido e curato, il
probabile appoggio delle zampe su una persona della quale si fida -, è dovuta alla convinzione che
l’equilibrio di corrispondenza tra essere umano e natura si sia irrimediabilmente spezzato e gli occhi
umidi di Lady, primo anello di mediazione tra l’uomo e la natura, con muta urgenza, rivelino che il
‘qui’, come luogo che abbiamo dato per scontato, nel quale ci riconosciamo e sentiamo di appartenere,
ormai è per sempre irrimediabilmente cambiato.