Viaggio a Kandahar – Film di Mohsen Makhmalbaf

di Antonietta Magda Laini

Film del 2001 del regista iraniano Mohsen Makhmalbaf

Fotografia Ebraham Ghafouri

Il film è stato girato in Iran e, in parte in segreto, in Afghanistan, durante il regime talebano.

Un viaggio di ritorno attraverso il deserto tra Iran e Afghanistan, compiuto da Nafas, giornalista afgana (l’attrice Nelofer Pazira) trasferitasi in Canada nel momento in cui i talebani prendevano il potere. Nafas cerca di rientrare nel suo paese di origine dopo aver ricevuto una lettera dalla sorella, rimasta in Afghanistan, in cui dichiarava di volersi togliere la vita in occasione dell’ultima eclissi solare del millennio.

Un lungo sguardo su quel mondo sconvolto, alterato da nuove leggi e regole che promettono non altro che una discesa nel buio dell’oscurantismo attraverso la proibizione: si osserva una civiltà che regredisce.

Makhmalbaf e Ghafouri utilizzano codici estetici esasperati; la bellezza dei colori del deserto, del cielo azzurro e lucente, oppure tendente ad un tenue verde quando accompagna il lancio di protesi artificiali da aerei della Croce Rossa ai mutilati dalle esplosioni delle mine antiuomo: una corsa sulle stampelle per procurarsene qualcuna.  Altrettanto intense le tinte dei vestiti delle donne sepolte sotto i loro burqa.

Il film è ricco di luci, colori, paesaggi, movimenti di macchina, inquadrature ostentatamente raffinate, contrapposte alla miseria, al tentativo di far sparire degli esseri umani sotto una prigione di stoffa, di ridurre ogni espressione ad una forzata condiscendenza, di cancellare la personalità dei bambini attraverso l’indottrinamento.

Burqa di tanti colori ma rimane il nero nell’anima di chi guarda da dietro la piccola rete dell’abito all’altezza degli occhi.

La bellezza delle immagini può essere un’apertura verso la speranza.

Fra le tante metafore spicca quella dell’eclisse ( la si vede nelle sequenze finali) che può essere intesa come simbolo dell’oscuramento della ragione e del buio indotto dal burqa.

In concorso al 54° Festival di Cannes

Premio della Giuria Ecumenica 2001 (Festival di Cannes)

Candidato ai Nastri d’argento 2002 per la regia del miglior film straniero

Source: https://cinematografo.it