Fotoit settembre: Vedere per credere (o no?)

di Paola Bordoni

Seconda parte

Nella società dei primi del Novecento, nella quale si avvertiva sempre più l’esigenza di ampliare e diffondere l’informazione, le immagini fotografiche sembravano offrire la possibilità di riproduzione fedele e diretta del mondo esterno.

“Le fotografie – scrive Susan Sontag – forniscono testimonianze. Una cosa di cui abbiamo sentito parlare, ma di cui dubitiamo, ci sembra provata quando ce ne mostrano una fotografia……Una fotografia è considerata dimostrazione incontestabile che una data cosa è effettivamente accaduta.”

Non è semplice, forse è impossibile, comporre una lista completa degli esempi di fake fotografie che sono comparse nel corso degli anni; forse fu l’inglese Roger Fenton a manipolare per primo una fotografia. L’immagine la conosciamo tutti: durante la guerra di Crimea, nella calda primavera del 1855, la Valle dell’Ombra della Morte era disseminata di palle da cannone e Fenton, primo fotografo di guerra embedded dalla Regina Vittoria, impressionò le sue immagini su lastre al collodio umido. Ma la foto più famosa e conosciuta è forse il risultato di una ben organizzata rappresentazione scenica? Quale fotografia, tra quelle scattate, è veramente riproduzione del reale e quale altra è dovuta a manipolazione decisamente fisica con lo spostamento manuale dei proiettili anche sulla strada? Occorreva forse al fotografo una drammatizzazione del suo reportage realizzato prevalentemente nelle retrovie e nei momenti di pausa e ristoro delle truppe, in parte per problemi tecnici ma soprattutto per il proposito di ottenere un risultato finale vittoriano di piacevole e rassicurante escursione militare?

1.R.Felton, la valle dell'ombra della morte, 1855, Crimea

Se Felton operò per accrescimento non si contano, in ambito fotografico, le omissioni e le cancellazioni messe in atto in gran parte per ragioni di stato e politiche.

Tra le più famose quelle di Lev Trotsky, leader della rivoluzione bolscevica caduto in disgrazia e definito da Lenin “canaglia”, mandato in esilio e fotograficamente epurato da tutte le immagini ufficiali. La propaganda politica e la rimozione di personaggi però non è retaggio solo dei secoli passati e di regimi totalitari.

2.Rimozione fotografica di Lev Trotsky

Il quotidiano israeliano The announcer ha eliminato le figure femminili nell’immagine della manifestazione che si è tenuta a Parigi l’11 gennaio 2015 in seguito all’attentato terroristico a Charlie Hebdo: sono state epurate il Ministro degli Affari Esteri dell’Unione Europea, Federica Mogherini, il Sindaco di Parigi Anne Hidalgo e la Cancelliera tedesca Angela Merkel, uniche donne presenti in prima fila. La fotografia da elemento documentale del vero diviene, con l’alterazione del messaggio, strumento di persuasione più o meno orwelliano per rafforzare e conformare il modo di pensare dei lettori conservatori del giornale.

3.Manifestazione per l'attentato Hebdo Parigi 2015

4.The Annoncer

L’inganno perpetrato mira scorrettamente alla disinformazione. E’ questo dunque un primo confine di eticità che non deve essere superato? e come tutelare lo spettatore/fruitore? Scriveva Sergio Romano “il giornalismo fotografico e televisivo può essere, grazie all’apparente realismo delle immagini, ancora più ingannevole e mistificatorio… Se vado al supermercato e compro un barattolo di marmellata, l’etichetta mi dice con quali ingredienti è stata fatta. Ma se leggo un giornale o guardo la televisione non sempre, apparentemente, ho il diritto di sapere chi ha scattato quella fotografia, a quando risalgono quelle immagini, in quali condizioni sono state riprese e che cosa accadeva in quel momento al di fuori del quadro». Potremmo anche aggiungere : “quanto e come le immagini sono state successivamente manipolate”.