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La fotografia nel film “Un affare di famiglia – Shoplifters”

di Antonietta Magda Laini

Regia, sceneggiatura e montaggio Hirokazu Kore-Eda   Fotografia Ryuto Kondo

Palma d’oro al Festival di Cannes 2018disegno1 a b

Kore-Eda si avvale di Ryuto Kondo per la direzione della fotografia e, mantenendo regia, sceneggiatura e montaggio, ottiene un’ottima collaborazione e risultati utili al suo stile.

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La famiglia di Shoplifters, composta da un’anziana nonna, un uomo (operaio edile), due figlie adulte di cui una moglie dell’operaio, un bambino ed una bimba, la piccola Yuri trovata sola, abbandonata e maltrattata all’interno di un balcone posto a livello della strada, risulta essere un nucleo coeso e solidale.

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Vivono tutti in una minuscola abitazione che, una ripresa dall’alto, ci fa notare di architettura tradizionale giapponese, circondata da nuovi edifici in stile occidentale, nell’immensa periferia di Tokyo.

Il film è girato prevalentemente in interni; della metropoli viene mostrata solo una parte della squallida periferia.DSC01760_2 a

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Il gruppo appare come una normale famiglia ma nessuno dei componenti è legato agli altri da vincoli di parentela; sopravvivono di lavori part time, occasionali, piccoli espedienti e furtarelli: nella prima sequenza, in un supermercato (scena che sembra richiamare lo stile del film muto) le tecniche del “taccheggio” vengono tramandate dall’uomo al bambino con sguardi, cenni e piccole complicità.

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Kore-Eda e Ryuto Kondo riprendono questo mondo isolato, a suo modo felice e un po’ fuori dalla legalità, con lunghi piani fissi pieni di oggetti raccolti e ammassati in casa alla rinfusa che, tuttavia, non provocano un senso di soffocamento o di oppressione anche in virtù di ambienti comunque ricchi di colori caldi.

Vediamo i protagonisti nel tempo trascorso nell’abitazione fra riti, sorrisi, scambio di battute e piccole effusioni: mangiano, scherzano e ragionano sulla giornata

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La cinepresa tenuta ferma in bassa posizione produce l’effetto di maggior partecipazione dello spettatore alla situazione e permette particolare attenzione a tutti i piccoli eventi che si svolgono davanti ai suoi occhi.

Le riprese fisse consentono di apprezzare la capacità di raccontare per immagini

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In esterno il quadro familiare viene ricomposto e ripreso mentre, dalla porta dell’abitazione, guarda i fuochi d’artificio e quando esulta sul bagnasciuga di una spiaggia.

Nella seconda parte del film luce e colore scompaiono, i personaggi vengono isolati, le inquadrature risultano prive di ogni elemento decorativo. Sono svelati i rapporti reali: primi piani frontali fissi per gli interrogatori dove l’obiettivo stringe con lentissimi movimenti sui volti.

Ed ecco, infine, la piccola Yuri (ritornata nella “vera” famiglia) inquadrata sola all’interno dello stesso balcone dove era stata trovata, guardare fuori come da una prigione.DSC01771 a

 

Non si può non pensare al grande regista Ozu per l’attenzione alla forma, la padronanza nella narrazione delle piccole cose e dei piccoli gesti.

 

Source: https://www.comingsoon.ithttps://www.cineforum.ithttps://www.mymovies.it

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