di Antonella Simonelli
Carlo D’Orta viaggiatore e fotografo da oltre quarant’anni, nasce a Firenze nel 1955 vive e lavora a Roma. Tra il 2003 e il 2012 frequenta corsi avanzati di pittura oltre ad un master in fotografia all’Istituto Europeo IED di Milano. Dopo un approccio documentario passa ad una fotografia caratterizzata da una ricerca di astrazione e addirittura ad una visione metafisica-surrealista.
Nel suo lavoro Biocities Carlo D’Orta racconta le architetture come quadri di astrazione contemporanea.
Strabilianti sono le consonanze pittoriche con Malevic, El Lissisky, Mondrian, Rothko, Peter Halley ed altre.
Come è palese in Berlino BGL 10 le sue foto esprimono un fortissimo rigore formale che lo avvicinano al Neoplasticismo.

Le fotografie di questa serie potrebbero sembrare dei collages, ma sono invece ottenute attraverso particolari posizioni di scatto e attraverso una forte compressione prospettica con l’ausilio di potenti zoom, come dimostra l’opera ambientata presso la stazione Tiburtina di Roma.
Gianluca Marziani definisce Carlo D’Orta “Il biologo del paesaggio contemporaneo che scava sotto il primo strato dell’apparenza urbana.”
Le foto di D’Orta non raccontano l’immagine reale dell’edificio ma esprimono strutture architettoniche attraverso segni e giochi cromatici. Ci troviamo difronte ad un’analisi biologica della città dove ad essere indagato è una sorta di DNA dell’edificio stesso e non come semplice contenitore di vite altre.
source: www.carlodortaarte.it
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