Omaggio a Lisetta Carmi

Lisetta Carmi era quel tipo di persona che guarda assorbendo il senso più profondo di quanto sta vedendo ed in questo modo ha vissuto tutta la propria vita, cercando di individuare da quali luoghi fisici, da lei vissuti come universi metafisici, si potesse arrivare a leggere l’essenza dell’essere umano.

Inizia il suo percorso dal pianoforte, piccolo fiume di tasti bianchi e neri, dai cui suoni si penetra nei meandri creativi dei grandi compositori, nei canti dei popoli oppressi, negli inni dei vincitori, nelle canzoni d’amore. Continua con la fotografia e decide che dalle immagini bianche che virano fino al nero si possa rappresentare l’uomo nella realtà della sua fragile esistenza travolto, molto spesso, da tragici avvenimenti. Totalmente attratta da questa indagine gira il mondo fino a che nel suo incessante pellegrinaggio incontra in India Babaji un maestro spirituale vestito di bianco con penetranti occhi neri. E’ un incontro di due Menti Gemelle che cercano una via verso una verità assoluta e risolutiva della propria vita; coerentemente con questa missione crea un Ashram, centro di preghiera, dove ritrovarsi con i propri fratelli e sorelle, scegliendo di andare fra i trulli di Cisternino, smaglianti costruzioni di millenaria pietra bianca.

Lisetta non pone nessun limite e termine al suo stare nel mondo ed i sentieri già percorsi riappaiono sotto uno sguardo nuovo, o forse nostalgico. Riprende la pellicola l’annerisce con la luce intensa del sole e la graffia ispirata dalle dissonanze tormentate di un brano musicale dedicato dal maestro Luigi Dallapiccola alla propria figlia Annalibera fonde la Musica con la Foto, ancora una volta, sotto il segno del bianco e del nero.

Da un vecchio baule emerge un nuovo universo, quello della scrittura cinese i cui concetti, misteriosi, arrivano a noi occidentali come forme ritmiche, eleganti ed armoniose, ma assolute come solo il bianco ed il nero possono essere. Non sappiamo se la luce bianca, pura ed assoluta che ha sempre cercato l’abbia finalmente accolta, noi la ringraziamo per averla cercata.

Testo di Lucilla Silvani, una vecchia amica.