di Paola Bordoni
L’idea di “casa” è un concetto vasto che racchiude in sé tante realtà: è lo spazio fisico, dove siamo nati e cresciuti o dove viviamo, ma anche l’insieme di sentimenti legati ad essa, le emozioni, i ricordi, le speranze, le attese, la proiezione per il futuro. La casa è quindi uno spazio fisico intriso del mondo emozionale di chi la abita.
Ma abitare una casa significa anche creare una struttura organizzativa e relazionale con le persone e con l’ambiente circostante; in particolare nelle comunità Rom la scelta del luogo dove costruire la propria casa non è mai individuale ma ha una valenza collettiva di affiliazione al proprio gruppo. Se ci riconduciamo all’etimologia latina, la parola “casa” indica, nel suo senso più letterale, un “luogo coperto” che protegge ma che soprattutto segna il confine tra il “dentro” ed il “fuori”.
Questo “limes” è narrato nel reportage su un insediamento Rom dal fotografo Vincenzo Pagliuca, che sviluppa il racconto attraverso l’alternanza di immagini che rappresentano l’interno con il senso di appartenenza al proprio gruppo e l’esterno con l’attrazione/esclusione per ciò che è al di fuori. Nel reportage le strutture abitative, precarie ed abusive, costruite a ridosso dell’asse mediano di Scampia, ai margini nord di Napoli, sono riprese attraverso un piano rigorosamente parallelo a quello delle facciate in una sorta di congelata sospensione del tempo, resa ancora più angosciosa dalla luce grigia, quasi metallica, a sottolineare una voluta oggettività delle immagini.
I toni caldi, gli ocra, i gialli vengono utilizzati per gli interni, il mondo privato ed emozionale, dove lo spazio è personalizzato attraverso tappeti, tendaggi, fiori finti in un tentativo di ricerca e rafforzamento della propria identità personale e di gruppo; ma il calore di questi microcosmi familiari si spenge e svanisce nella raffigurazione delle donne senza gesti, rigide, segnate da solitudine, con i bambini inaspettatamente tristi, aggrappati alle vesti, che sfidano la facile catalogazione nei nostri abusati stereotipi.
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