Nardò di Sergio D’Alessandro

Nardò, la Neriton greca e la Neretum romana, è il comune più esteso e più popolato del Salento dopo il capoluogo Lecce. E’ insieme a Lecce ed a Gallipoli uno dei centri principali del Barocco Leccese.  Ha uno sbocco al mare prestigioso con le due località di Santa Maria al Bagno e Santa Caterina, oltre alla Riserva Naturale di Porto Selvaggio.

Le sue origini si devono ad un insediamento di Messapi provenienti dall’Illiria tra l’XI ed il IX secolo a.c.

Alla metà del III secolo a.c. diventa parte dell’Impero Romano per poi passare, nei secoli successivi, prima sotto il controllo Bizantino e poi Normanno.

Alla fine del 1400, sotto il possedimento dei duchi di Acquaviva, divenne il principale centro culturale del Salento. Nella rivolta antispagnola di Masaniello a metà del 1600, Nardò insorge e costringe il Duca alla fuga; ritornerà e la città conoscerà una forte repressione. I Duchi di Acquaviva manterranno il loro dominio feudale fino all’inizi del 1800.

Di nuovo nel 1920 fu teatro di scontri e proteste conto lo strapotere dei latifondisti.

Tra il 1943 ed il 1947 gli Alleati decisero di ospitare qui oltre 100.000 deportati ebrei scampati ai campi di sterminio in attesa di trasferirsi nel nascente stato di Israele, tra loro Ben Gurion, Moshe Dayan e Golda Meir.

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