Fotoit- Maggio “Underground” di Giulio Brega

di Paola Bordoni

Le porte del vagone della metropolitana si aprono ed insieme al largo finestrino mostrano il luminoso interno: tecnicamente potremmo salire, unirci nel breve viaggio under ground ma ne siamo respinti, tenuti fuori dalla posizione di chiusura dei passeggeri, intenti ad interagire solo con i loro smartphone e tablet, per controllare notifiche, like, mail. I passeggeri sono individui isolati, drammaticamente capaci di comunicare solo attraverso strumenti tecnici, estranei al vicino prossimo, anche a quello con il quale c’è contatto fisico. Il soggetto di questa immagine è negli sguardi  che non si incontrano, non si incrociano, lasciando le persone perse ciascuna nella propria solitudine ed incomunicabilità. L’atmosfera di un banale luogo della vita quotidiana si riempie di un silenzio soffocante, che satura ogni spazio dell’ambiente creando quasi una sospensione metafisica, dove scompare anche il futuro ed ovvio movimento del mezzo di trasporto. Giulio Brega, nel tempo sottile di uno scatto, apre ad una visione del quotidiano carica di  profondi significati psicologici e concettuali.