La fotografia stenopeica di Stefano Marcovaldi – Quarta parte

ESPOSIZIONE

Tempi lunghi

Con un esposimetro esterno o una macchina reflex tradizionale, misuriamo la luce della scena da riprendere, supponiamo di avere la coppia tempo diaframma 1/125sec a f/11 con pellicola da 100 Iso. Quanto tempo dovremo esporre se abbiamo un foro stenopeico da, ad esempio, f/166? Nessun esposimetro ha una scala di diaframmi tanto ampia da arrivare a queste aperture. La soluzione è piuttosto semplice e consiste nel realizzare un regolo calcolatore, per convertire i dati dell’esposimetro della fotocamera o dell’esposimetro esterno, nei valori idonei per esporre correttamente con il foro stenopeico.

 La soluzione consiste nel ritagliare le due strisce, e facendole scorrere tra di loro si otterrà un regolo calcolatore, per determinare l’esposizione anche dei diaframmi più chiusi di quelli “canonici”. Se ad esempio la coppia tempo diaframma suggerita dall’esposimetro fosse 1/125sec a f/11, la corrispondente coppia tempo diaframma che leggeremo sul regolo sarà per un diaframma f/166 di 8 secondi e il gioco è fatto. Quando si presenta delle esposizioni lunghe si rende necessario allungarle ulteriormente con una cosa chiamata “difetto di reciprocità” delle pellicole. Il difetto di reciprocità si manifesta con qualsiasi emulsione fotografica quando si esce dal campo di normale utilizzo della pellicola, cioè per tutti i tempi compresi tra 1/1000 ed 1/4 di secondo. Quindi il problema non riguarda solo i tempi lenti o lentissimi.

Cosa succede quando si esce da quell’intervallo?

Il minimo che può capitare è di sottoesporre, ma poi subentrano anche cambiamenti del colore e del contrasto. Questo perché la rapidità effettiva di una emulsione fotografica varia in funzione del livello di illuminazione e del tempo di esposizione. Ogni emulsione ha la maggiore risposta ad un particolare livello di illuminazione e ad entrambi gli estremi di questo livello la risposta decresce ed è necessaria una esposizione addizionale per ottenere quella giusta.

La legge di reciprocità  

Dato che stiamo parlando di un “difetto” dobbiamo tenere presente la legge che non viene rispettata. Esiste, quindi, una legge di reciprocità che mette in relazione tutte le coppie tempo/diaframma in grado di fornire la stessa esposizione. Per esempio, una esposizione di 1/125 ed F/8 è equivalente ad una esposizione di 1/30 ed F/16, salvo una diversa profondità di campo ed un eventuale rischio del mosso. Continuando a formare tutte le coppie tempo/diaframma equivalenti, si arriverà ad avere un diaframma molto chiuso ed un tempo molto lento. Quest’ultima coppia non sarà più valida per avere una giusta esposizione ed occorrerà apportare le dovute correzioni, quindi MANCA LA RECIPROCITA’.

La legge di reciprocità è valida per la maggior parte delle pellicole in bianconero con tempi di esposizione compresi tra 1/4 ed 1/1000 di secondo, mentre per le pellicole a colori il campo è più ristretto (tra 1/10 ed 1/750).

FACTORS FOR ILFORD FILMS
FilmFactor
SFX1.43
Pan F+1.33
D1001.26
D4001.41
D32001.33
FP4+1.26
HP5+1.31
XP21.31
K1001.26
K4001.30

Quindi, ad esempio usando una pellicola con sensibilità 125 ISO (FP4). Il nostro esposimetro ci darà il tempo misurato (indicato) di 10 secondi: 10 ^1,26 = 18,20 secondi [ il carattere ^ è un operatore esponeziale ]
Arrotondando questo risultato si ottiene un’esposizione di 18 secondi.

Tabella per valori da 1” a 60” per pellicola FP4

FP4+ 125 ISO
FP4+ 125 ISO
tempo esposimetro secondi^1,26tempo esposizione secondi
tempo esposimetro secondi^1,26tempo esposizione secondi
1 1
31 76
2 2
32 79
3 4
33 82
4 6
34 85
5 8
35 88
6 10
36 91
7 12
37 95
8 14
38 98
9 16
39 101
10 18
40 104
11 21
41 108
12 23
42 111
13 25
43 114
14 28
44 118
15 30
45 121
16 33
46 124
17 36
47 128
18 38
48 131
19 41
49 135
20 44
50 138
21 46
51 142
22 49
52 145
23 52
53 149
24 55
54 152
25 58
55 156
26 61
56 159
27 64
57 163
28 67
58 167
29 70
59 170
30 73
60 174

Piccola Bibliografia

Eric RennerPinhole Photography – Rediscovering a Historic Technique   Third Edition
Ed. Focal Press
Eric RennerPinhole Photography – From Historic Tecnique to Digital Application Edition 4
Ed. Focal Press
Vincenzo Marzocchini  Marco Mandrici 
Camera Obscura. La Lentezza dell’IstantaneaEd. La Lanterna Magica
Luigi Cipparrone Vincenzo Marzocchini
Didattica della Fotografia stenopeicaEd. Le Nuvole
Luigi CipparroneSul Buco” Riflessioni e Considerazioni
Ed. Le Nuvole
Vincenzo MarzocchiniDalla Sihouette all’impronta” ritrovamenti e percorsi nella storia dell’arte e della letteratura
Ed. Le Nuvole
Vincenzo MarzocchiniAUTORI esperienze di fotografia stenopeica
Ed. Le Nuvole
Vincenzo Marzocchini A cura diLa Fotografia Stenopeica in Italia” Storia tecnica estetica delle riprese stenopeiche
Ed. Clueb
Luigi Cipparrone Vincenzo MarzocchiniPINHOLE ITALIA 2009” autori, immagini, strumenti della fotografia stenopeica in italia
Ed. Le Nuvole
Enrico Maddalena“Come cavare una foto da un buco” FOTOGRAFIA STENOPEICA – manuale completo ed approfondimento per conoscerla e praticarlaEd. FIAF
Irene CampanaLa Fotografica stenopeica. Storia ed evoluzione di una tecnica.  – Tesi di laurea in Storia e Tecnica della Fotografia – Università di Bologna, Facoltà di conservazione dei Beni Culturali – a.a. 2003/2004

©stefano marcovaldi

La fotografia stenopeica di Stefano Marcovaldi – Terza parte

LA COSTRUZIONE

Come Fare i fori

Abbiamo visto che la parte principale, il nostro obiettivo, è il Foro (in inglese Pinhole).

Su un manuale di fotografia dei primi anni dello scorso secolo ci sono gli studi e le misurazioni condotte da uno studioso di nome Combe, il quale aveva calcolato esattamente il diametro di alcuni aghi inglesi che si trovano tuttora in commercio nelle mercerie.

Ecco qualche esempio di misurazioni riportate:

gli aghi “n.12 super” hanno uno spessore di 0,33mm,

gli aghi “n.11 super” di 0,38mm

gli aghi “n.10 super” di 0,46mm

gli aghi “n. 9 super “ di 0,52mm

gli aghi “n. 7 super “ di 0,60mm

gli aghi “n. 6 super “ di 0,72mm

gli aghi “n. 4 super “ di 0,81mm

gli aghi “n. 3 super “ di 0,92mm

 gli aghi “n. 2 super “ di 1mm

Antica Tabella indicata da Luigi Sassi.

Per i migliori risultati, il materiale di partenza che si adopera per realizzare i fori è un sottilissimo foglio di ottone da 0.030mm di spessore che si trova in commercio in varie misure col nome di carta di Spagna.

Realizziamo un foro Stenopeico

Materiali

ago da cucito 

materiale spessorato in ottone sottile

cartone

carta smerigliata

1)  Si ritaglia un quadrato d’ottone da 2,5cm circa per lato e lo si adagia su un pezzetto di cartone

2) Spingere delicatamente l’ago da cucito sull’ottone, ma non completamente, per produrre una piccola protuberanza sul lato opposto della piastrina.

3) Muniamoci ora di carta abrasiva molto fine e strofiniamo la protuberanza con mano leggera avendo l’accortezza di girare il foglietto d’ottone con una certa regolarità, fino a che rimane uno strato sottilissimo di metallo, che finalmente andiamo a perforare con la sola punta di un ago il cui diametro sia certo.

4) Ripetere i passaggi 2 e 3 finché non viene prodotto un foro molto piccolo

Il foro è così realizzato

È possibile, con la pratica, produrre un foro stenopeico migliore rispetto ai processi laser commerciali. Questo è perché i bordi del foro stenopeico sono arrotondati, consentendo un campo visivo leggermente migliore. 

Ora dopo il foro bisogna costruire la Scatola che può essere di carta o di legno oppure adattare macchine fotografiche anche digitali con un coperchio corpo macchina modificato.

Terminata la realizzazione andiamo ad esporre la pellicola o la carta di stampa con metodi e tempi assai diversi tra loro, dovuti alle varie sensibilità ISO di questi supporti.

©stefano marcovaldi