
L’arte di catturare un’immagine attraverso un dispositivo stenopeico raggiunge il suo apice di popolarità negli anni ottanta dell’Ottocento. L’era della moderna fotocamera con obiettivo nitido ha segnato la fine della fotografia stenopeica come una delle principali forme d’arte. Tre decenni fa Eric Renner ha resuscitato la forma con la sua pubblicazione Pinhole Journal che ha inaugurato una rinascita di interesse da parte di artisti che cercano una visione alternativa spesso concettuale e un’alternativa alla fotografia a fuoco nitido. Renner e Nancy Spencer, grazie a questo sforzo, hanno costruito la più grande collezione al mondo di arte stenopeica da 31 paesi e 500 artisti comprendenti 6000 immagini. Pinhole offre nuovi modi di esplorare il mondo utilizzando i meccanismi più semplici e improvvisati modellati su scatole di avena, conchiglie di mare e altri materiali sorprendenti per creare immagini di bellezza misteriosa, a volte inquietante in paesaggi onirici, ritratti, nature morte, astrazioni e immagini politicamente cariche. Nel foro stenopeico è l’oggetto della fotocamera che guarda ma l’artista che vede, spiegando così il notevole mistero e la poesia che è la fotografia stenopeica. Primitivo in termini tecnologici, ci permette di visualizzare cose che non possiamo vedere. Una fotografia realizzata con la fotocamera stenopeica è sempre una registrazione dello “sguardo” della fotocamera, che mostra ciò che guardava, non ciò che vedeva l’essere umano. Il fotografo non costruisce più rappresentazioni soggettive; si limita ad assistere alla nascita dell’immagine.
La migliore abilità artistica raggiunta oggi nella fotografia stenopeica e per la maggior parte mai pubblicata prima, dagli artisti come Paolo Gioli (Italia), Shi Guorui (Cina) e Bethany de Forest (Paesi Bassi) si uniscono a un elenco eccezionale proveniente da tutto il mondo celebrando la natura completa di questa antica arte fotografica.
La storia potrebbe così continuare ancora a lungo, invece noi ora passiamo alle descrizioni delle tecniche per la realizzazione di questa SCATOLA MAGICA.
Nella costruzione della nostra scatola sono tre i valori importanti nella sua realizzazione:
La Lunghezza Focale
Il Foro Stenopeico
Il Numero F
Lunghezza di Focale
Quindi la prima cosa da fare è determinare il formato del fotogramma ed in base a questo scegliere la lunghezza focale che appunto rappresenta la distanza tra il foro stenopeico ed il supporto fotosensibile della fotocamera (rullino, carta, sensore, ecc.). Valore espresso in millimetri.
Diametro migliore del Foro Stenopeico
Il diametro più stretto che bisogna trovare deve dare il migliore risultato di nitidezza senza scendere troppo perché si rischia di peggiorare la resa. Esistono varie formule matematiche che permettono di calcolarne il migliore. In ogni formula la variabile più importante è la lunghezza focale. Alcune formule tengono conto anche della lunghezza d’onda della luce.
Per non complicarsi nei calcoli si può usare la seguente formula:

In pratica, esprimendo tutto in millemetri, il diametro del foro dipende dalla radice quadrata della distanza tra foro e pellicola (la focale) moltiplicata ad un coefficiente pari a 0.0013
Il Numero F
Calcoliamo il numero f della nostra macchina stenopeica.
Il diaframma è un’apertura che determina la quantità di luce che colpisce il piano focale.
Comunemente chiamato numero f ed è rappresentato da un valore che indica il rapporto tra la focale e il diametro del foro.
L’esposizione è strettamente legata a questo numero.
Un diaframma più o meno chiuso permette al passaggio, minore o maggiore di una quantità di luce sul piano focale, il che a sua volta crea così il tempo di posa.
Nella fotografia stenopeica, dove i numeri f sono molto elevati, il tempo d’esposizione è di norma lungo. Da qui nasce l’importanza di conoscere bene il numero f, del proprio foro stenopeico, perché questo ci consente di calcolare il tempo necessario per l’esposizione.

Vediamo come calcolarlo con un esempio pratico:
Avendo una fotocamera con una lunghezza focale di 25 mm ed un foro di diametro di 0.20 mm

Il numero così ottenuto sarà pari a f/125
(segue)
©stefano marcovaldi
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